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Zarba Monica Tela su tela - Intermediari d'arte

artista Zarba Monica
Zarba Monica

zarba monica
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Classe 1966, nata e vissuta a Parma fino al 2000 e trasferita a Trento dove vive attualmente.

 Si avvicina alla pittura nel 2009 come l’espressione dell’incontro con le sue emozioni più profonde e la necessità di farle emergere nella loro alternanza come una sorta di arteterapia dopo aver superato momenti difficili.

Le opere sono un’investigazione intima e personale sulla fluidità della vita. La ricerca del gesto espressivo e la stesura del colore in modi differenti diventa il filo conduttore che si ritrova negli astratti e nelle figure femminili.

 La mia ricerca diventa non solo tecnica ma anche introspettiva, seguendo un processo continuo che crea un ponte tra passato e presente in una poetica di amore per la vita.

La matericità è un elemento base che caratterizza molte delle mie opere, sia astratte che figure femminili.

L’utilizzo di vari impasti con gesso, colla, segatura e sabbia mi danno la possibilità di “immergermi” fisicamente dentro il quadro per prepararmi ad una “ascesa” dell’anima e dello spirito. La materia rappresenta la terra, le sue radici, è ciò da cui nasce la vita.  Il movimento gestuale con la spatola riporta al suo radicamento e all’essenziale come attaccamento alle proprie origini e alla vita. Gli scuri che rappresentano il vuoto, il buio, l’oscurità vengono sovrastati dagli aranci e gli ori che rappresentano la vitalità, l’energia, la luce della vita che vince sulla morte.

Nelle sue opere si ritrova una particolare attenzione nel riempire il vuoto, come espressione di un amore e una fiducia nella vita, nonostante le avversità incontrate nel suo cammino.

“Ho sempre amato l’arte in generale. La mia famiglia mi ha trasmesso l’amore per la musica classica. In passato ho cantato per molti anni come solista, ma mai avrei pensato di scoprire questa passione per la pittura; poi nel 2009 la svolta. Mi diagnosticano un cancro al seno ,l’intervento e il percorso che molte donne devono sostenere

.Inizio a dipingere per curare la mia anima e utilizzo i colori come arteterapia. La pittura è riuscita a tradurre le mie emozioni più nascoste.

Ho iniziato a dipingere campi di papaveri, ispirati alla mia terra di origine, l’Emilia, visto che già all’epoca mi ero trasferita in Trentino. Decido così di frequentare alcuni corsi di pittura a Trento e tutti mi dicono che i miei quadri trasmettono qualcosa, ma essendo autodidatta non ho il coraggio di esporle, fino al 2016 quando incontro una persona che mi incoraggia a fare la mia prima mostra personale in Trentino. Seguono poi altre mostre personali e collettive fino ad oggi”in Italia e all’estero.

“Dipingere è un cammino che va di pari passo con la vita stessa, è un divenire che si concretizza nel gesto ed è in quel gesto e in quella pennellata che si cerca di immortalare quell’attimo, come se fosse per sempre. Una consapevolezza che solo l’amore per se stessi e per l’altro può essere il mezzo di riscatto alla morte stessa e che serve a raggiungere la felicità. Dipingo per incontrarmi con le mie emozioni più profonde e farle emergere nella loro alternanza di gioia e tristezza, nostalgia e sogno, buio e luce, solitudine e comunione“.

“All’inizio comincio a dipingere paesaggi che nascono dal richiamo forte dei luoghi cari alla mia infanzia, vissuta nella campagna parmense fra campi di grano, papaveri uniti ad affetti carissimi. Rivivono in me nella luce di quel tempo e si aprono ad una nuova dimensione, come sogno di una natura intatta in cui fondermi. Seguono poi astratti che invece sono un’espressione istintiva di segni, forme e colori che si muovono sulla tela a ritmo di musica e creano immagini, pensieri e sensazioni nuove. Infine, le figure femminili sono il mio corpo che sente, che vibra in una continua danza che alterna vissuti di vita e di morte. Le donne parlano con il proprio corpo che diventa tramite non verbale, pensiero.

 Il mio intento è spesso provocatorio e pone questioni sulla vita stessa. L’utilizzo di poesie o riflessioni, scritte di mio pugno accompagnano il quadro completando il messaggio che voglio dare. L’emozione si tramuta in linguaggio sociale di protesta e speranza nel futuro. Le mie mostre sono spesso accompagnate da musica e poesie per fare in modo che tutti i sensi vengano coinvolti“.


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