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Pino Giorgio Tela su tela - Intermediari d'arte

artista Pino Giorgio
Pino Giorgio

Pino Giorgio la tensione verso l’arte assume i colori della passione autentica, istintiva, innata.
Infatti, il curriculum di questo artista nato a Foggia nel 1962 non contempla le tappe formative tradizionali come l’Accademia o l’Istituto d’Arte. Al contrario, dopo il Diploma di Maturità Tecnica, Giorgio sceglie come forma d’espressione la scrittura, pubblicando una raccolta di racconti brevi.
Bisognerà attendere il 1997: è in questo anno che lo scrittore lascia spazio al pittore, avviando una ricerca artistica intensa e continua. Il risultato di questo percorso introspettivo viene presentato in numerose mostre itineranti, che gli fanno guadagnare i primi consensi da parte del pubblico e della critica.
Verso la fine del 1999, Pino Giorgio scopre la sua nota caratteristica, il messaggio più vero della sua arte: la rappresentazione di uomini privi di identità sociale, figure erranti alla ricerca di un riconoscimento burocratico e formale, quasi cancellate, completamente irriconoscibili, invisibili. Sono i “Sans Papier”, gli uomini senza patria alla continua ricerca di una terra, la cui vicenda scosse la Francia e poi il mondo intero. Questo tema, oltre ad aver colpito la sensibilità di Giorgio, è parso una perfetta sintesi della condizione dell’uomo moderno: uno tra tanti, alla ricerca della propria identità perduta.
Sulle tele, i soggetti vengono ottenuti attraverso una tecnica di sovrapposizione che poggia su di esse un composto materico che diventa ben presto la cifra stilistica dell’autore.
La mostra “Sans Papier” viene ospitata nel Maggio 2002 dalla Galleria d’Arte Stoà di Foggia, registrando un notevole successo di pubblico e di critica tanto da “costringere” il suo responsabile a prorogare la chiusura dell’esposizione.
Subito dopo, gli viene pubblicata un’opera su Arte 2001 e sull’omonimo catalogo – edito dalla Giorgio Mondatori – il critico Enzo Fabiani gli riserva parole di massimo apprezzamento: “Pino Giorgio ricorda i fondatori della rivista Movimento Corrente, quei Treccani, Sassu, Migneco, Birolli e vari altri che nel 1938 ricorsero ad una pittura leggera, delicata ed allusiva, per contrastare gli stili allora dominanti. Questo artista ha tutte le carte in regola per esprimersi con intelligente sensibilità”.
Il 2003 è un anno costellato di esposizioni e riconoscimenti. Vale la pena ricordare la mostra dell’Agosto 2003 che vede l’artista presentare i suoi lavori nella città di Venezia, e l’esposizione tenuta a Nizza, nell’autunno dello stesso anno, nell’ambito della manifestazione Expòarte.
Nell’anno 2004 gli vengono conferiti ulteriori vari riconoscimenti artistici: targhe di merito per il suo talento pittorico dal “Trofeo dei Dogi” di Camogli (GE), dal “Salon d’Art Mediterranèe” di Cannes ed altri conferimenti dal “Touring Art 2004” dell’Hotel Touring in Rimini. Nel dicembre 2004 l’artista riceva una medaglia nell’ambito della manifestazione “Premio Internazionale” edito dal Centro Diffusione d’Arte BOÈ in Palermo.
Il 2005 si apre con una nuova collaborazione con lo stesso Centro Diffusione d’Arte BOÈ ed una mostra personale a Foggia presso il Centro Culturale “Bellamì”. Nello stesso anno l’artista riceve dall’Accademia Internazionale “Greci – Marino “ Accademia del Verbano di Lettere, Arti, Scienze di Vinzaglio (NO) la nomina di Accademico Associato Sezione Arte per meriti artistici.
La rivista d’arte “BOÈ” in dicembre 2006 ha dedicato una pagina intera alle opere dell’artista e Sandro Serradifalco ha scritto: “la ricerca pittorica di Giuseppe Giorgio rappresenta quanto di più estremamente raffinato possa scaturire da una incessante volontà indagativa del fattore contemporaneo. Tale primordiale necessità di sondare l’animo umano in estreme istantanee esistenziali dona alla fruizione magico potere suggestivo. Tecnicamente impeccabili nella stesura cromatica e nella possenza materica tali elaborati si distinguono sia per l’accattivante resa tonale che per la struggente imbastitura segnica. Un’arte priva di qualsiasi stilema”.
Nell’ Agosto 2007, Pino Giorgio partecipa al Trofeo Diomede di Manfredonia (FG) con 2 opere. “maternità” e “senza titolo”. L’opera “maternità” appartiene ad una nuova produzione artistica che si fonda su una ricerca materia tesa a realizzare un connubio tra la forma scultorea “tridimensionale” e la pittura tradizionale; Pino Giorgio intende così esaltare l’essenza della simbologia umana come geroglifico di una metafora archeologica testimone di un tempo appartenuto all’uomo.
Nell’autunno 2007 l’artista partecipa ad una personale al circolo culturale Bellamì, presentando dieci opere di un unico formato 60×60, per festeggiare i dieci anni di studio della forma, sorprendendo il pubblico con dieci tele rappresentanti griglie di colore senza forma, senza alcuna traccia di immagini.
Lo stesso artista dichiara, durante la serata di presentazione, che dopo essersi sentito ossessionato dallo studio della forma ha dato origine a questa nuova serie dal titolo “NO-FORM” interpretabile come rito di liberazione, un concerto di musica di sole note, senza più parole, accostando alla pittura tradizionale su tela con colori a olio il concetto di designer.
Dal 7/01/08 al 7/02/08 espone al circolo culturale –Il Borgo Del Tempo Perso – a Manfredonia (FG) il profilo dei suoi ultimi dieci anni di studio. I giornali che si interessano alle sue opere parlano del pittore definendolo “l’artista che accarezza le sue opere”.

PINO GIORGIO, L’ARTISTA CHE ACCAREZZA LE SUE OPERE.
Scrive il giornalista Tony Di Corcia sul settimanale Viveur del mese di Gennaio: Quando l’artista Pino Giorgio parla dei suoi lavori ai visitatori delle sue mostre, oppure ai giornalisti che lo raggiungono per intervistarlo, comincia ad accarezzare le superfici delle sue tele, indugia con i polpastrelli sui punti in cui il colore si è addensato maggiormente, poggia il palmo sui rilievi matrici con la stessa sicurezza con cui una madre ferma la mano sul capo di un figlio. Siccome lo fa inconsapevolmente, si comprende immediatamente che quei quadri non sono il risultato di un variopinto passatempo, ma il frutto-il simbolo, forse- di una ricerca che viene condotta in quel sentiero impervio che ogni artista decide di affrontare, quello della propria identità più profonda, per indagare gli aspetti più nascosti. Giorgio, artista autodidatta e attivo dal 1997, conta tra gli estimatori della sua arte persone molto diverse tra loro: conoscitori dal palato esigente, ma anche chi si accosta con curiosità al suo lavoro e ne rimane conquistato, pur non possedendo gli strumenti critici di un esperto, a conferma del fatto che il pittore foggiano possiede la rara capacità di trasmettere delle sensazioni a tutti gli spettatori della sua arte. Originalissima la tecnica adoperata per stendere il colore a olio sulle tele: piuttosto che utilizzare i comuni pennelli, ha preferito avvalersi di rulli, canne e tubi di plastica, oggetti dalla superfice scabrosa o rigata, che gli permettono di ottenere effetti e movimenti decisamente inaspettati.
Tony Di Corcia. Articolo tratto dalla rivista Viveur.


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