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Tagini Vanna Tela su tela - Intermediari d'arte

artista Tagini Vanna
Tagini Vanna

Vanna, pittrice legnanese, esprime tutte le sue emozioni e sensazioni in pochi centimetri quadrati di tela. Ha affinato la sua tecnica pittorica sia frequentando corsi privati d’arte sia sperimentando le varie tecniche che vanno dall’acrilico al gessetto cretoso e all’acquarello.
Un percorso artistico, quello di Vanna Tagini, oggi affermata artista, segnato dai mutamenti tematici e tecnici ben evidenziati: dalla natura morta, al paesaggio, al sociale; dal pastello al gessetto cretoso, dall'acquarello sino all'acrilico che predilige per la sua forza e pienezza e allo stesso tempo per la sua precisione e delicatezza.
Ed è proprio con l'acrilico che affronta al meglio i temi sociali, riuscendo a sconfinare in un Iperrealismo che ne eleva il livello qualitativo.
I suoi lavori, molti dei quali presenti in collezioni pubbliche e private, sono pubblicati e recensiti in diversi dizionari e testate giornalistiche settoriali.

Fra le numerose mostre si segnalano:
nel 2006 quella presso la Galleria Modigliani di Milano, in occasione della quale ha ricevuto diploma e medaglia d’oro a merito artistico e a seguire quella personale alla Pro Loco di Gallarate; nel 2007 le collettive presso la Galleria Immagini spazio Arte di Cremona per la rassegna d’acquarello e poi di pastello e infine la mostra presso l’Associazione Culturale “la Chimera”di Lecce in collaborazione con la web Galleria d’Arte Anforah arte Network di Trieste;
nel 2008 nella sezione "Gli invisibili ed altri eroi" della Biennale d'Arte Contemporanea Italiana che ha avuto inizio nella città di Lecce( Castello Carlo V) l’8 novembre 2008, dove Vanna ha presentato delle opere di notevole spessore tematico e tecnico. “Altri Eroi” è il titolo della mostra itinerante del gruppo artistico “Contenitore di Emozioni” del quale l’artista fa parte dal 2007;
nel 2009 la mostra “Riflessi d’arte allo specchio” presso il Castello Visconteo di Fagnano Olona.
nel 2012 la mostra personale “Pensieri artistici” presso il Castello Visconteo di Fagnano Olona.
2013 – 2014 - 2015 mostra collettiva Premio S. Ambrogio per l’Arte.
Febbraio 2014 mostra collettiva “Passato Presente Futuro” presso la Fondazione Don Stefano Palla a Brembano (BG).
Settembre 2014 / Giugno 2015 mostra collettiva d’arte contemporanea itinerante - Varazze, Savona, Loano - organizzata da Varaggio Art.
Novembre 2014 partecipazione alla V Edizione della Biennale d’Arte Contemporanea Italiana (Lecce) dal titolo “Lavori in corso” del gruppo artistico “Contenitore di Emozioni”
Giugno 2015 partecipazione ad Art Shopping Louvre (Parigi) con 10 sue opere della serie “Gli invisibili”
Settembre 2015 Mostra collettiva Arte passante Milano
Giugno 2015 premio alla carriera presso l’associazione Varaggio Art
Marzo 2017 presso la Galleria in via Roma a Legnano organizzata dall’associazione Amici del quadrato
Febbraio 2018- 2019 Presente alla Fiera di Genova con alcune opere.

Alcune recensioni
“Vanna non dipinge solo “ciò che è bello” ma sa rendere bello e degno di sguardo anche il dramma umano, la fragilità, ci ammonisce, ci ricorda, ci fa ri-guardare la realtà con più consapevolezza: ci rende più umani, più empatici. Il suo sguardo è pieno d’amore anche per le rughe, la vita violata, le parole non dette. ”
Lara Giamporcaro (critica d’Arte)

Tratteggio contemporaneo che si concretizza in impostazioni sceniche capaci di immortalare con lirismo frammenti di una certa quotidianità. Gli elaborati pittorici di Vanna rientrano a pieno titolo tra quei inossidabili intenti interpretativi che ancor oggi sanno donare all’osservatore istanti emotivi profondi.
Sandro Serradifalco (giornalista d’Arte)

pittura ricca di sentimento che abbraccia temi tradizionalisti intrisi di magia pittorica.
… paesaggi incantati, ovattati nei silenzi ed avvolti dalle tonalità sfumate, ricchi di pathos creativo che indulge sul particolare pittorico, fascino sentimentale di chi è desideroso di appagare il proprio bisogno di libera spontaneità artistica.
Scorci di quotidiana esperienza e semplice relazione si svelano attraverso giochi di luce terse e cristalline o velate di ombreggiature, accompagnate da poche e corpose pennellate…
Antonio Francescato (maestro d’Arte)

Atmosfere lontane ed esotiche popolano la tela di Vanna Tagini. Le sue cromie e la sua luce sono altamente evocative e rispecchiano il narrato conferendogli romanticismo e fulgore graditissimi.
Dino Marasà (critico d’Arte)

Nell’opera iperrealistica di Vanna Tagini troviamo una poesia mista alle melanconie hopperiane che trascina lo spettatore in un mondo silenzioso e contemplativo, quasi mistico.
Laura Allori (critica d’Arte)

VANNA TAGINI

D: La prima domanda piuttosto ovvia: come ha iniziato ad avvicinarsi all’arte?
R: Se intendiamo qualsiasi espressione creativa, potrei affermare di essermi avvicinata all’arte già
dalla scuola secondaria di primo grado. I miei libri di testo e ogni foglietto o copertina bianca, erano
“zeppi” di disegni prodotti con i pastelli o con le biro colorate. Insomma un “graffettaro del libro”
tanto che non ho mai potuto rivenderli proprio per questo motivo. Poi al termine della scuola media,
inaspettata, la premiazione a Firenze di un mio disegno che rappresentava tre grattacieli enormi con
300 finestre colorate e decorate in mille modi diversi.
Era stata la mia prof. di arte Galdabino (santa donna, dovrei dire) a spedirli a mia insaputa perché già
allora allergica alle mostre e ai concorsi.
Alla scuola magistrale invece inventai la pubblicità di una piastrella (Tagina) e venni selezionata per
produrre altri soggetti. Prima di mettere veramente la testa a posto, dovevo compiere i 40 anni, da lì
è cominciato lo studio continuo serio ed approfondito del mondo dell’arte e dell’arte stessa. Di giorno
lavoravo e tutte le notti dalle 9 alle 2 anche 3 del mattino dipingevo e sperimentavo da sola o in
gruppo. In quegli anni ho frequentato l’atelier (tana per noi ) del pittore Antonio Francescato che mi
ha insegnato alcune tecniche e rivelato più di qualche segreto.

D: La sua prima mostra come l’ha vissuta?
R: Era una collettiva degli allievi della pastellista Ivana Belloni, tra cui c’ero anch’io. Avevo
partecipato più per il gusto di stare con gli altri artisti che per esporre le mie opere. È stata gratificante
la scoperta dell’emozione che ti dà veder qualcuno che non conosci fermarsi a lungo su un tuo quadro.

D: Secondo lei esiste il bello nell’arte?
R: Quando ho letto questa domanda mi è venuto in mente ciò che una critica, studiosa d’arte, Lara
Gianporcaro ha scritto vedendo le mie opere …” Vanna non dipinge solo “ ciò che è bello”ma sa
rendere bello e degno di sguardo anche il dramma umano, la fragilità, ci ammonisce, ci ricorda, ci fa
ri-guardare la realtà con più consapevolezza: ci rende più umani, più empatici. Il suo sguardo è pieno
d’amore anche per le rughe, la vita sociale, le parole non dette.”
Sono d’accordo, l’arte ha il potere e, oserei dire, il dovere di rendere bello anche ciò che nella realtà
non lo è.

D: Cosa pensa che il pubblico si aspetti, quando visita la mostra?
R: Quando leggi un libro e non riesci più a staccarti perché ti sei immedesimato a tal punto da “finirci
dentro”: ecco vorrei che il visitatore provi questa sensazione. Ritrovi parte di se stesso, delle sue
emozioni, del suo vissuto e che la visita alla mostra susciti in lui ricordi e suggestioni. L’importante
è che gli rimanga comunque un ricordo.

D: L’ispirazione esiste ed è fondamentale nell’operato di un artista?
R: L’ispirazione esiste ed è determinante più che fondamentale, perché eleva una pittura ad opera
artistica. Per esperienza personale i miei dipinti più apprezzati sono quelli realizzati con una
particolare ispirazione o stato d’animo. Sembra quasi che l’osservatore (al di là del bagaglio artistico
culturale che possiede) se ne accorga e “ legga “ dentro l’opera.

D: Una delle opere a cui tiene di più?
R: L’ULTIMA LETTERA dipinta recentemente. Un vecchio seduto su una panchina ( quella dove si
sedeva mio padre) tre le mani una lettera (quella che mi ha scritto il mio maestro d’arte Antonio
Francescato prima di lasciarci per sempre) in un tempo e in uno spazio indefiniti ( cielo e terra si
mescolano) perché è così che ti senti quando qualcuno che ami molto, ed è parte di te, non c’è più.
Un’opera sicuramente significativa per il mio percorso di figlia e di artista. Ringrazio mio padre per
avermi amato e capito e il mio maestro per avermi spronato a continuare e incoraggiato sempre e
comunque.

D: La sua ultima ricerca artistica?
R: Amo in modo particolare i volti seganti dal tempo e dalla sofferenza e sono sempre alla ricerca di
persone e storie di vita da ritrarre. Ma se passo in una via e vedo un albero strano o scopro al mattino
un colore particolare del cielo … non resisto, mi viene voglia di riportare l’emozione sulla tela. Forse
per questo ho un percorso artistico segnato da mutamenti tematici e tecnici ben evidenziati: dalla
natura morta, al paesaggio, al sociale; dal pastello al gessetto cretoso, dall’acquarello sino all’acrilico
che prediligo per la forza e la pienezza. Mi piacerebbe dipingere solo con le mani (il cielo e la terra
dell’ultimo quadro sono fatti così) prendere il colore direttamente con le dita e poi creare sulla tela,
certo il risultato finale è ben diverso e totalmente distante da ciò che ho realizzato fino ad ora. È un
po’ un percorso inverso, passare dal definito all’indefinito. Vedremo…

D: L’evento più importante che ha realizzato?
R: Sono stati gli incontri, determinanti per il mio percorso di artista, che hanno dato vita ad eventi da
ricordare.
L’incontro con il mio maestro d’arte Antonio Francescato e i 14 anni di lavoro in “tana” fianco a
fianco a dipingere, sperimentare, imparare a mettersi in gioco. (2000)
L’incontro con un gallerista storico, stimato e anche temuto Romano Pelati e la prima mostra
collettiva presso la sua Galleria d’arte Modigliani a Milano. (2006)
L’incontro con Raffaele De Salvatore e la partecipazione alla Biennale d’Arte Contemporanea
Italiana a Lecce (Castello Carlo V) dal titolo “Altri Eroi “.(2008)
Queste persone speciali, incontrate lungo il mio cammino, in momenti particolari della mia
esistenza, sono state fautrici di eventi importanti sia a livello artistico che umano.

D: Il critico è importante per un artista?
R: Ribalterei la risposta: è l’artista ad essere importante per il critico, la sua stessa esistenza dipende
dal fatto che l’artista ci sia. Solo tenendo presente questa affermazione si crea il giusto equilibrio tra
critico e artista; il primo perché non venga troppo enfatizzato, a tal punto che tutto dipenda da una
sua frase o azione o presenza, il secondo perché viva nella giusta ottica la critica. La critica per me è
determinante perché stimola, fa crescere, coinvolge e sprona.

D: Quali suggerimenti si sente di dare a chi si avvicina al mondo dell’arte?
R: Essere sempre se stessi: l’espressione e l’autenticità innanzitutto. A seguire, la determinazione e
lo studio, la ricerca e la curiosità del sapere.

D: Un consiglio ai nostri lettori
R: Nutrirsi d’arte perché la parte pensante e creativa di ognuno di noi è quella che ci distingue dagli
altri esseri viventi della terra.

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