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Pacini Gianfranco Tela su tela - Intermediari d'arte

artista Pacini Gianfranco
Pacini Gianfranco

Nota critico-biografica Pacini

gli stecchi usati per rumare i colori sono già “pittura”

Gianfranco Pacini nasce a Guamo di Lucca
frequenta per un breve periodo l’istituto d’arte A.Passaglia, sotto la guida dello scultore e incisore fiorentino Vitaliano De Angelis si accosta alle discipline plastiche e alla progettazione.
Momento importante e alimento per la formazione dell’artista sono le sue esperienze con gli “ultimi”,i campesinos dell ‘America Latina,alternando il lavoro della terra con la ricerca artistica.
Ritornato in Italia e ritrovato il maestro De Angelis e Kraczyna si dedica all’incisione.
Incide stecchi ,i suoi modelli sono gli stecchi ,pezzi di legnaccio “usati anche da Giotto per rumare i colori”dice l’artista,”si però Giotto per nostra fortuna ,dopo l’uso li buttava via”gli risponde il critico d’arte Nicola Micieli,per altro suo estimatore visto che lo ha inserito nel volume “incisione pisana del 900”,il quale annota : Gianfranco Pacini pone un concetto semplice e a un tempo radicale,e dunque ricco di portato:che lo”stecco”-il bastoncino con cui si mescolano i colori nei barattoli-per i depositi casuali delle tinte assume un aspetto nuovo,si permuta in segno.lo stecco immerso nel colore è già pittura.
Con questa affermazione minimalista,in apparenza estemporanea,Pacini formulava il principio di alterità su cui si fonda il linguaggio.Nel senso che riconosceva una funzione semantica inedita ,un valore aggiunto a un dato normale e insignificante della realtà,che in tal modo diveniva strumento di accesso a una diversa conoscenza del mondo ,a un possibile svelamento intuitivo dei suoi misteri.


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